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1.4.2020, 9:12 - Archivio

30 000 auto «made in Switzerland»

Con aziende come Martini, Turicum e altre, la Svizzera vantava una produzione propria di automobili e dotava i modelli dei marchi prestigiosi di carrozzerie esclusive. Ma in terra elvetica si effettuava anche l’assemblaggio completo di vetture straniere. Poco dopo la sua creazione, AMAG avvia la produzione di automobili nello stabilimento di Schinznach-Bad.

Nel 1947, a Schinznach-Bad si prospetta la possibilità di acquistare un ex cementificio con annessi capannoni di produzione. La fabbrica era fallita già prima della Seconda guerra mondiale e durante il conflitto i capannoni erano stati usati dall’esercito come magazzini per la paglia e il fieno. Lo stesso anno la fabbrica viene convertita in un impianto di assemblaggio di automobili all’avanguardia per i tempi. Nel 1949 l’azienda ASAG (Automontage Schinznach AG) inizia ad assemblare le prime berline dei marchi Plymouth e Standard.

Automontage ASAG, non AMAG

Anche se per l’opinione pubblica era AMAG ad assemblare le automobili a Schinznach-Bad, giuridicamente non era così. L’attività di assemblaggio era gestita da un’azienda legalmente distinta, ovvero ASAG Automontage Schinznach AG, che come AMAG apparteneva al gruppo Walter Haefner Holding AG. 

Ma perché mai un’azienda che importava automobili avrebbe dovuto assemblare i veicoli nel proprio paese? Come spesso accade in questi casi, il motivo era di natura fiscale. Le autorità doganali svizzere imponevano dei dazi quasi protezionistici sulle auto assemblate provenienti dagli USA, mentre le importazioni di componenti erano molto economiche perché creavano posti di lavoro. 

Con gli anni si fa di necessità virtù: l’attività avviata a Schinznach per ragioni fiscali diventa ben presto un marchio di qualità. Le lavorazioni delle carrozzerie grezze, i trattamenti antiruggine e i materiali in parte di produzione svizzera sono decisamente migliori. Ed ecco un’altra peculiarità tutta elvetica: le auto «Montage Suisse» sfoggiano dotazioni più esclusive rispetto ai modelli americani.

Willy Huter, direttore unico di Automontage per molti anni, già negli anni ‘50 aveva le idee chiare: «La piccola scritta ‹Montage Suisse› che applichiamo su tutti i veicoli da noi assemblati deve essere sempre garanzia della massima qualità.» Nel 1954 tutti i collaboratori ricevono la seguente comunicazione: «Fin dal primissimo intervento gli operai specializzati di Automontage devono essere consapevoli del fatto che si tratta di un impegno serio e che dal loro lavoro dipendono il successo delle vendite, la soddisfazione dei clienti e la loro sicurezza esistenziale. Ogni uomo che si rispetti ha il proprio orgoglio e motto: ‹Lavoro come si deve!›. Ed è risaputo che la Plymouth ‹Suisse› è uno dei più grandi successi sul mercato svizzero.»

Gli anni della Plymouth di Automontage

«Gli anni della Plymouth»: così si potrebbe chiamare il primo decennio dello stabilimento di assemblaggio. Solo nel primo anno, a Schinznach-Bad si producono ben 66 veicoli ed entro il 1959 le auto assemblate salgono a oltre 7100. Una cifra notevole, se la si confronta con le 42 Chrysler e le circa 250 DeSoto e Dodge fabbricate. All’inizio degli anni ‘50 non si poteva assolutamente fare affidamento sulle forniture da Detroit. Nel frattempo dunque lo stabilimento è ben contento di poter fabbricare anche oltre 500 Vanguard Standard per sfruttare appieno le sue capacità. Alla fine degli anni ‘50, con le auto americane che si fanno sempre più grandi e la domanda in calo, Schinznach-Bad ha la fortuna di poter assemblare in Svizzera circa 1000 unità dell’allora nuovissima coupé Karmann Ghia per alleggerire la produzione a Osnabrück. Mentre le auto americane venivano spedite totalmente smontate, Karmann consegnava le carrozzerie complete e in Svizzera si assemblavano solo le portiere e i cofani. Oltre al trattamento antiruggine e alla verniciatura, in Svizzera si portava a termine «solo» l’assemblaggio finale.

La produzione a breve termine dei veicoli Studebaker a partire dal 1959 può essere considerata un intermezzo, perché ben presto la società americana fallisce, impedendo così una maggiore diffusione del marchio.

Il decennio delle Valiant e delle Dart

Gli svizzeri si rendono conto che le ingombranti americane non sono poi così pratiche, mentre i modelli europei risultano più compatti e funzionali. Emerge dunque la richiesta di alternative. La soluzione? I modelli Chrysler Valiant (1960) e Dodge Dart (1961), due berline di fascia media molto compatte per i canoni americani del tempo, alimentate da un motore a sei cilindri in linea. AMAG posiziona la Valiant addirittura come marchio indipendente, proprio per sottolineare che non si tratta di «un’ammiraglia americana». Fino alla cessazione dell’attività di assemblaggio a Schinznach-Bad si costruiscono circa 14 000 Valiant. La Dodge Dart, sorella della Valiant dal punto di vista ingegneristico, si ferma a circa 4700 unità. 

Concorrenza interna e fine dell’azienda

Verso la fine degli anni ‘60 l’industria automobilistica americana cede nuovamente alle manie di grandezza, stavolta in fatto di cilindrata e potenza. L’interesse verso le Valiant e le Dart scema sempre di più. Nel frattempo, con l’acquisizione di Auto Union AG da parte di Volkswagen, AMAG si ritrova improvvisamente a disporre di una nuova offerta a bassi consumi per la fascia media e medio-alta con modelli come l’Audi 90, l’Audi 100 o la NSU RO 80. 

La richiesta di vetture assemblate in Svizzera subisce un calo progressivo e l’attività di Automontage cessa di essere redditizia: nel 1972 l’assemblaggio nello stabilimento di Schinznach, iniziato con una Plymouth, termina con una Plymouth Valiant dopo 29 227 unità fabbricate.

 

Didascalie

1 Il capannone di assemblaggio nel 1957
2 Quando c’era bel tempo, a volte i lavori di tappezzeria si effettuavano all’aperto
3 Una Dodge durante il collaudo finale
4 «Matrimonio all’elvetica» di una VW Karmann-Ghia 
5 Tra il 1957 e il 1959, nello stabilimento di Schinznach-Bad si assemblano oltre 1000 VW Karmann-Ghia
6 Una Plymouth in arrivo e una Plymouth Savoy in uscita dal capannone di assemblaggio
7 Lo stabilimento Automontage Schinznach nel 1950
8 Alcune Vanguard Standard pronte alla consegna
9 Le carrozzerie delle Vanguard Standard, le prime auto assemblate a Schinznach, erano lavorate a mano

 

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